LA LUCE AI TEMPI DEL COVID
Nel momento in cui le persone hanno dovuto lasciare libere le piazze, le strade, i vicoli delle loro città e dei loro paesi e si sono chiuse in casa, a causa del lockdown determinato dalla diffusione del Covid -19, la luce naturale del sole e la luce artificiale dei lampioni, dei fari e delle insegne, si è riappropriata di questi spazi.
Le piazze, soprattutto quelle delle città d’arte, ogni giorno invase da cittadini e turisti, si sono mostrate rinnovate grazie alla luce che, agli inizi di questa primavera del 2020, che rimarrà nella storia, ha riconquistato il suo ruolo, valorizzando lo splendore dei monumenti, dei campanili, delle chiese, delle torri, dei tetti che rappresentano il vanto del nostro Paese.
La luce, in tutte le sue declinazioni, da quella naturale e delicata dell’alba, a quella artificiale che dissolve il buio della notte, soffermandosi sui marmi, sulle pietre antiche, sui selciati del nostro Paese, ha contribuito a trasformare i luoghi simbolo di una bellezza eterna creata dall’uomo, in luoghi simbolo della fragilità dell’uomo stesso, che si è evidenziata, concretamente, durante questa pandemia.



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