LA LUCE AI TEMPI DEL COVID

LA LUCE AI TEMPI DEL COVID

Nel momento in cui le persone hanno dovuto lasciare libere le piazze, le strade, i vicoli delle loro città e dei loro paesi e  si sono chiuse in casa, a causa del lockdown determinato dalla diffusione  del Covid -19, la luce naturale del sole e la luce artificiale dei lampioni, dei fari  e delle insegne, si è riappropriata di questi spazi.

Le piazze, soprattutto quelle delle città d’arte, ogni giorno invase da cittadini e turisti, si sono mostrate rinnovate grazie alla luce che, agli inizi di questa  primavera del 2020, che rimarrà nella storia, ha riconquistato il suo ruolo,  valorizzando lo splendore dei monumenti, dei campanili, delle chiese,  delle torri,  dei tetti che rappresentano il vanto del nostro Paese.

La luce, in tutte le sue declinazioni, da quella naturale e delicata dell’alba, a quella artificiale che dissolve il buio della notte,  soffermandosi sui marmi, sulle pietre antiche, sui selciati del nostro Paese,  ha contribuito a trasformare i luoghi simbolo di una bellezza eterna creata dall’uomo, in luoghi simbolo della fragilità dell’uomo stesso, che si è evidenziata,  concretamente,  durante questa pandemia.




Piazza San Marco, VENEZIA

Piazza San Marco, Venezia, Occhio per Occhio, Ph. Alessio Perboni

Piazza San Marco, Venezia, Occhio per Occhio, Ph. Alessio Perboni



Duomo di Milano, MILANO

I fotografi delle città deserte durante il Coronavirus | Artribune




Piazza Castello, TORINO




Palazzo Chigi, ROMA


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