SINTESI FINALE: LUCE
“ Dixit Deus fiat lux et lux
facta est “ « Disse Dio: sia fatta la luce, e la luce fu fatta». E’
questa l’espressione con la quale
nella Bibbia ( Genesi I,3,) si indica l’atto con il quale Dio, subito dopo la creazione
del cielo e della terra, ordinò che comparisse la luce per dissolvere le
tenebre che ancora dominavano l’abisso. La luce quindi è legata ad un atto
creativo e così spesso, nel corso dei secoli, in particolare nella storia
della letteratura antica, il sostantivo latino “ lux”, che poi
etimologicamente ritroveremo nella lingue neolatine come il francese e lo spagnolo ( lumière e luz ), è
utilizzato per celebrare la forza creatrice, la vita che si oppone alle tenebre
e quindi alla notte. Ad esempio, può essere interessante notare come Il termine
assuma una positiva e fondamentale funzione ideologica nel “ De Rerum Natura
“ di Lucrezio, poema scritto nel I sec. A.C. dove con l’espressione “lumina solis”, riferita
nel Proemio a Venere, si indica
la vita, in opposizione alle tenebre
della morte, ma anche la coscienza e la
conoscenza epicurea in contrasto con l’oscurità dell’ignoranza che
Lucrezio, con la sua opera, voleva contribuire a sconfiggere. Sempre rimanendo
nella cultura antica, in particolare greco-romana, in ambito mitologico, Helios,
come dio dell’Astro solare era
considerato fonte di vita e di
luce di cui gli esseri umani non potevano fare a meno perché allontanava le tenebre. Quindi, nell’antichità, la luce
sia in ambito religioso che mitologico e letterario è sempre associata alla
vita e spesso in opposizione con le tenebre che afferiscono al campo semantico
della morte. I Greci quindi
individuano la luce come fenomeno naturale dispensatore di vita e salute che, quando è assente, genera il buio in grado di sconvolgere l’ esistenza degli uomini. La
luce diventa anche protagonista de la Repubblica
di Platone dove, nel “mito della
caverna”, la luce del sole indica l’idea del Bene che tutto rende
possibile e conoscibile, affrontando così il tema della conoscenza del vero. La
luce entra anche come elemento della
riflessione filosofica medievale, tanto
che San Tommaso, nella Summa theologiae, nella prima parte relativa a
Dio e alla creazione, si pone come domanda “se la luce sia un corpo o una
qualità”. Tommaso d’Aquino parte dal linguaggio preoccupandosi di chiarire
l’uso del termine nei suoi diversi significati, in modo da evitare di essere
frainteso. In senso proprio, ovvero secondo il significato originario dellaparola, “luce” caratterizza “qualcosa” che rende possibile alla vista di
ottenere la visione, mentre in senso lato, ovvero analogico, il termine
“luce” viene utilizzato per indicare “qualcosa” che rende possibile alle altre
facoltà cognitive di ottenere la forma di conoscenza ad esse appropriata. Nel
primo senso essa rientra nell’ambito dell’interazione con i sensi, ovvero in
ambito fisico e materiale, mentre nel secondo senso l’analogia ci porta anche
nell’ambito immateriale della conoscenza. Sempre nella cultura medievale, Dante Alighieri, nel descrivere le anime del Paradiso, rinuncia
all'iconografia tradizionale, per affidarsi proprio ad effetti di luce e di
musica che sono quanto di più lontano da ogni descrizione materiale. I beati
già nel II Cielo sono sagome completamente avvolte dalla luce e indistinguibili
dall'occhio; più avanti gli spiriti si presenteranno come pura luce, il cui
maggiore splendore indicherà la gioia di poter parlare con il viaggiatore.
Quindi più le anime sono beate più emettono luce, così la luce è
simbolo del bene e il buio dell’Inferno del male.
Sempre in una dimensione simbolica, per cui la luce è bene e bellezza,
Miguel De Cervantes nel Don Chisciotte della Mancia dichiara che la donna da
lui amata, è stata trasformata per un sortilegio da nobildonna in
contadina e il
termine “ luce” è usato per indicare
la bellezza di Dulcinea che si è trasformata in bruttezza. Il riferimento alla luce e al significato simbolico che
caratterizza questo elemento naturale, trova poi la sua consacrazione
nell’espressione “ Siècle des lumières”, ovvero, l’Illuminismo, il
periodo che caratterizza il XVIII secolo in Europa, quando la “ luce “ della ragione fu posta al
centro della riflessione filosofica e culturale, con l’intento di rinnovare non soltanto gli studi e le varie
discipline, ma la vita sociale intera, la cultura e le istituzioni, eliminando
i pregiudizi che si oppongono al progresso e alla felicità degli uomini. Il
Secolo dei lumi è anche quello in cui
nasce Leopardi, l’autore dello Zibaldone che, nella sua teoria della visione
sottolinea come la luce sia un elemento fondamentale per stimolarel’immaginazione e costruire una
realtà parallela, in cui l’uomo trova l’illusorio appagamento al suo bisogno di
infinito. Nella letteratura contemporanea, per Montale nella poesia “ La
luce” tratta da Ossi di seppia, la stessa diventa per l’uomo
la chiave per penetrare nel
mistero della vita; la luce dissolve il gelo del cuore, permettendo così la
riconciliazione con la vita, ma può essere anche simbolo di un sogno,
come accade nel romanzo dello scrittore americano Francis Scott Fitzgerald che
ne “ Il grande Gatsby”, lega ad
una “ luce verde”, le speranze, gli inganni le illusioni del protagonista
legate sia all’amore per Daisy, sia al sogno americano negli anni che precedono
la crisi di Wall Street del 1929. La luce, come elemento naturale, rientra
chiaramente nell’ambito delle speculazioni filosofiche e scientifiche di quei pensatori che, come Isaac Netwon, sono interessati a comprendere
il mondo che ci circonda, osservando e sperimentando. Netwon, che nasce lo stesso anno in cui muore Galilei, in una
sorta di passaggio di consegne, porta a compimento la rivoluzione scientifica
iniziata da Copernico e Galilei, giungendo a delineare quell’immagine dell’universo
che dopo Einestein si è soliti chiamare “ fisica classica”. Nelle sue vaste ricerche,
Netwon si dedicherà anche allo studio della luce e nel febbraio 1672 diede
alle stampe un saggio rivoluzionario: “ Nuova teoria sulla luce e i colori”. È la prima esposizione pubblica della teoria
del colore: la luce solare non è, come tramandato fino ad allora da una
tradizione consolidata, semplice, omogenea e pura, ma una mescolanza eterogenea
di tutti i colori dello spettro. Per i
suoi studi, sicuramente Netwon può essere considerato il testimonial di
questo “ viaggio” intorno alla luce, anche considerando l’epitaffio a lui
dedicato dal poeta Alexander Pope:
“ La Natura e le sue leggi erano
celate nell’oscurità Dio disse: “Sia Newton!”, e tutto fu luce. Altro
personaggio che ha legato strettamente il suo nome alla luce è Thomas Edison che nel 1879 registrò il brevetto della lampada elettrica a incandescenza, il primo apparecchio a forte consumo di
elettricità. Proprio per ricordare questa scoperta, che ha avuto degli sviluppi
importantissimi, dal punto di vista tecnologico, economico, sociale , il
regista Alfonso Gomez-Rejon ha girato nel 2017 il film ”, ovvero Edison che nel
1882 stupì il mondo illuminando una parte di Manhattan con il suo sistema a
corrente continua. Il film ricostruisce anche la competizione economica che si scatenò a fine Ottocento per il controllo
del nascente mercato dell'energia elettrica. Quindi la luce, per la sua natura,
è stata sempre oggetto di indagine
scientifica e poi, una volta prodotta in modo artificiale è diventata
protagonista del settore tecnologico; in
questo ultimi anni, la luce prodotta da dispositivi di ogni genere, in ogni
parte del mondo si è trasformata anche in un “limite”, infatti, a causa
dell’inquinamento luminoso, oggi, l ’80 per cento della popolazione mondiale e
il 99 per cento della popolazione statunitense ed europea vive sotto a un cielo
inquinato da luci artificiali. Per inquinamento luminoso si intende l’introduzione diretta o
indiretta di luce artificiale nell’ambiente, ed è considerato una delle forme
più diffuse di alterazione ambientale. Ma la luce artificiale, a volte così
invasiva, anche nelle nostre città e paesi, nel periodo che abbiamo appena
vissuto, caratterizzato dal lockdown determinato dalla diffusione del Covid-19,
è diventata anche protagonista di immagini suggestive, come nel caso dell’illuminazionedi Palazzo Chigi, sede del Governo a Roma, con i colori della bandiera
italiana, con l’intento di unire il nostro popolo, spaventato e frastornato a
causa della pandemia, in un ideale
abbraccio collettivo. Sempre in questi giorni ,in un momento storico così
particolare, il nuovo viadotto di Genova, ricostruito dopo il crollo del Ponte
Morandi, è stato acceso sempre con i
colori dell'Italia unendo così la città
al resto del paese sotto un'unica bandiera. La luce è dunque sempre presente
nelle nostre vite, la sua presenza o assenza è legata ad una dimensione simbolica,
ma è anche centrale negli sviluppi della scienza e della tecnologia è oggi, più
che mai, è anche un’opportunità legata alla salvaguardia dell’ambiente.
Vari settori dell’ingegneria, da quello elettronico a quello ambientale, hanno
lavorato e continuano a farlo sulle possibilità offerte dall’utilizzo della
luce del sole per produrre energia pulita, attraverso il fotovoltaico. La
sostenibilità ambientale è quindi la grande sfida a cui noi tutti siamo
chiamati a rispondere, come cittadini, come
futuri tecnici, come abitanti del Pianeta Terra la cui salute è già
gravemente compromessa. Sicuramente un ruolo importante è anche quello che
svolgono i governanti, coloro che hanno un compito decisionale e che dovrebbero
farsi guidare da quella “ luce della coscienza”, attribuita a Tommaso Moro, che dovrebbe illuminare le azioni umane così da agire esclusivamente nell’interesse di chi viene rappresentato, mettendo da parte personalismi ed egoismi in una
dimensione etica che bisogna
necessariamente recuperare. E’ quindi
evidente che, questo “ viaggio” intorno alla parola luce, compiuto spaziando dalla filosofia alla
tecnologia, dalla scienza alla letteratura, dalla contemporaneità
all’antichità, dalla mitologia al cinema, abbia
permesso una interessante riflessione sulla complessità del sapere, è stato un modo per “ pensare e ripensare”
che è anche una delle peculiarità della filosofia stessa, cercando anche di comprendere
come i saperi riescano a contaminarsi tra loro come ad esempio la speculazione filosofica riesca
a dare qualcosa in più al sapere tecnico e viceversa. In un momento storico
così complesso come quello che stiamo vivendo, più che mai è necessario
comprendere che bisogna agire con una visione d’insieme propria di una comunità
consapevole delle grandi sfide che ci attendono. Ragionare sulla “ luce”, è
stato veramente “ illuminante” , è stato un percorso interessante e
coinvolgente, mi ha permesso di riflettere su molti aspetti del sapere, mi ha
confermato come il bisogno di
spiritualità, inteso nelle varie sfaccettature, si unisce alla realtà, fatta di elementi concreti, di
esigenze materiali e come entrambe le dimensioni caratterizzino l’unicità e la
complessità dell’uomo.
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