LIMITI DELLO SVILUPPO : L’INQUINAMENTO LUMINOSO

LIMITI DELLO SVILUPPO : L’INQUINAMENTO LUMINOSO

Era il 1972, quando un gruppo di scienziati, scrisse un rapporto “ The Limits to Growth”, commissionato dal Club di Roma  nel  quale si metteva in guardia l’umanità sulle conseguenze determinate dalla continua crescita della popolazione sull’ecosistema della Terra ed anche riguardo alla sopravvivenza della specie umana. 

Le previsioni erano relative a momenti successivi al primo ventennio del XXI secolo e in effetti l'andamento dei principali indicatori ha sinora seguito piuttosto bene quanto previsto nel Rapporto sui limiti dello sviluppo, e l'umanità è destinata a confrontarsi nei prossimi decenni con le conseguenze del superamento dei limiti fisici del pianeta. Gli autori, scrivevano: “  Badate  che il pianeta è limitato, e lo sviluppo economico e soprattutto sociale non può proseguire molto a lungo senza andare a scontrarsi con i confini fisici del pianeta.” Tratto  dall’articolo di FOCUS:  “ I limiti dello sviluppo 40 anni dopo” del 22 Aprile 2013.

Oggi, a 48 anni dalla pubblicazione, i  problemi alla base dei “dilemmi dell’umanità” rimangono abbastanza inalterati e a questi se ne aggiunge un altro riguarda tutti: il problema dei mutamenti climatici. Quindi nel mondo contemporaneo, il problema della sostenibilità ambientale caratterizza gran parte degli scenari futuri sia politici che economici. In base a tale urgenza è nata l’Agenda 2030,  una guida per i paesi sviluppati e in via di sviluppo, che coinvolge i vari Governi, ma che deve arrivare ad interessare ogni singolo abitante della Terra per riuscire veramente ad essere operativa e realizzabile. L’Agenda 2030 si è posta 17  obiettivi molto ambiziosi, cercando di creare un sistema integrato di azioni, attivo non solo a livello politico o economico, ma anche sociale e culturale per ottenere risultati stabili e duraturi. Ad esempio, se si prende in considerazione il problema ambientale, che è comunque centrale nella prospettiva dell’Agenda 2030, si deve poi operare di conseguenza nell’ambito dello sviluppo industriale, del riciclo dei rifiuti, dello sfruttamento delle risorse, dello sviluppo tecnologico, considerando l’impatto che tutto ciò ha sui territori e quindi sui popoli e sui singoli individui. 

Proprio nell’ambito della possibilità di recuperare un  rapporto  organico  tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda,  rientra anche l’esigenza di tornare a vedere le stelle nel cielo e salvaguardare l’esistenza e il benessere di ogni specie vivente. Ad oggi, l ’80 per cento della popolazione mondiale e il 99 per cento della popolazione statunitense ed europea vive sotto a un cielo inquinato da luci artificiali. La Via Lattea, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, è invisibile a oltre un terzo dell’umanità, incluso il 60 per cento degli europei e l’80 per cento dei nord americani. Ma la notizia peggiore riguarda l’Italia, è il paese sviluppato con la percentuale più elevata di territorio inquinato dalla luce artificiale a livello mondiale. Otto italiani su dieci non possono vedere il cielo stellato incontaminato.  Questo, è quanto riporta l’atlante mondiale dell’inquinamento luminoso,  il “The new atlas of artificial night sky brightness”, pubblicato sulla rivista Science Advances. Per inquinamento luminoso si intende  l’introduzione diretta o indiretta di luce artificiale nell’ambiente ed è una delle forme più diffuse di alterazione ambientale. Il fenomeno colpisce anche siti incontaminati che durante il giorno sembrano essere intoccati dall’uomo, mentre nelle ore notturne sono vittime dell’inquinamento luminoso la cui causa  è data dalle emissioni di impianti di illuminazione esterna non a norma, ovvero quegli impianti che non emettono solamente la luce funzionale alla visione notturna, ma ne disperdono una buona parte in altre direzioni. Questa situazione, oltre che privare gli uomini della vista delle stelle determina anche difficoltà o perdita di orientamento in diverse specie animali (uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne, chirotteri), altera il fotoperiodo e i ritmi circadiani in alcune piante,  ma anche degli  animali e dell’ uomo. Quindi la luce artificiale, come fenomeno inquinante, rientra pienamente nei tanti problemi legati all’ambiente che si può provare a risolvere solamente con un approccio globale, così che gli obiettivi si traducano in qualcosa di veramente concreto ed applicabile nella vita di tutti i giorni.

Inquinamento luminoso in crescita: ulteriore minaccia per l'ecosistema.

Link Focus: https://www.focus.it/ambiente/natura/i-limiti-dello-sviluppo-quarant-anni-dopo-591573

Link ScienceAdvances: https://www.sciencemag.org/collections/coronavirus?intcmp=adv_cov

Link  foto:             https://adiapicoltura.it/news/inquinamento-luminoso-in-crescita-ulteriore-minaccia-allecosistema/

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